Floating Litter è un progetto di citizen science che stiamo svolgendo a bordo di Mediterranea in collaborazione con ISPRAIstituto Superiore per la Prevenzione e la Ricerca Ambientale e che riguarda la segnalazione e la documentazione della presenza di rifiuti marini lungo la nostra rotta di navigazione

Con il termine rifiuti marini si indica qualsiasi materiale solido persistente, che sia stato fabbricato o lavorato dall’uomo e che  dopo il suo utilizzo sia stato perso o abbandonato nell’ambiente marino e costiero. Tra questi sono compresi anche gli attrezzi da pesca (reti, galleggianti, boe…) e tutti quei materiali che, sparsi sulla terraferma, raggiungono il mare attraverso fiumi, vento e rifiuti urbani. La spazzatura  marina è quindi costituita da plastica, legno, metallo, vetro, gomma e altro, mentre non sono indicati come rifiuti marini  i materiali semi-solidi residui quali gli oli minerali e vegetali, le paraffine e altri prodotti chimici.

L’impatto ambientale della spazzatura marina – floating litter – è classificato in tre grandi categorie:

Impatto ecologico: provoca effetti letali o dannosi su animali e piante per  intrappolamento, ingestione accidentale, accumulo di sostanze nocive sostanze nei tessuti organici e perché i rifiuti marini facilitano la dispersione di specie aliene attraverso il trasporto.

Impatto economico: la presenza di rifiuti marini in aree ad alto valore paesaggistico provoca una riduzione del valore di quell’area, e quindi riduce il turismo; può causare danni meccanici alle barche e alle attrezzature da pesca, oltre a compromettere la pescosità delle acque.  Inoltre, i costi di bonifica per la rimozione dei rifiuti marini sono molto elevati.

Impatto sociale:  la presenza di rifiuti marini riduce il valore estetico dell’ambiente e quindi della fruizione pubblica.

Come si svolge l’attività del progetto?

Periodicamente, in base alla condizione meteo, al tratto di navigazione, alle condizioni ambientali consone, l’equipaggio di Mediterranea deputato per quel giorno all’osservazione si dispone su un lato della barca, solitamente al baglio massimo, munito di binocolo, tablet contenente l’applicazione su cui registrare i dati e scheda cartacea di registrazione, e individua un’area di mare sufficientemente idonea per il riconoscimento di materiali galleggianti, quindi senza riverbero, con il sole alle spalle e in assenza di vento che solleva onda. Mediterranea naviga in linea retta, alla velocità media di 4-5 nodi/ora, per un’ora. Ogni materiale galleggiante visibile viene registrato e classificato. L’osservazione viene  svolta a occhio nudo e, nel caso sia necessario, confermata con il binocolo. Il GPS di bordo registra la traccia e  i waypoint che indicano la posizione degli oggetti avvistati. I detriti osservati vengono registrati in base alla loro composizione, quali: composizione: plastica, vetro, legno, metallo, gomma, carta e tessuto; per ogni tipologia di materiale viene poi identificato con un nome generico comune a indicare l’oggetto (salvagente, materassino, fazzoletto di carta…)

Rileviamo anche la presenza di materiale organico in superficie, come tronchi o alghe che possono fornire informazioni sullo stato delle acque al momento dell’osservazione.

 

 

 

Inoltre, quando possibile, annotiamo anche:

  • la fonte: la probabile origine dei detriti osservati, indicando la fonte è “da terra”, “dal mare” o (più probabilmente) “indeterminata”, e a quale industria è collegato. Per una bottiglia di plastica, per esempio, non è specificato, poiché non si può sapere se è diventato rifiuto da terra (abbandonati sulla spiaggia o da un fiume) o dal mare (gettati da una barca), mentre per un scatola di polistirolo può risalire, presumibilmente, all’industria della pesca o al caseificio.
  • la galleggiabilità: si definisce positiva quando i detriti emergono in tutto o in parte dalla superficie; negativa, quando i detriti sono completamente sommersi; neutra quando i detriti sono allineati alla superficie del mare.
  • le dimensioni: il presupposto principale del protocollo (ogni oggetto che entra nella striscia deve essere visibile)
  • la presenza all’interno dell’area di osservazione di cetacei, tartarughe e altri organismi marini visibili

Progetto Mediterranea per l’ambiente significa collaborare per preservare, custodire, difendere e salvaguardare il mare e i suoi abitanti. Siamo qua, per il mare, per il Mediterraneo.