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(di Simone Perotti)

Non mi torna qualcosa del Portogallo. Bello, bellissimo. Echi di fascino profondo, tanti ricordi letterari e di vita. Quel grande viaggio, tanti anni fa, e poi i ritorni, e adesso, le 130 miglia a vela, Cabo Sao Vicente di notte. Eppure… Tutti questi inglesi. Una colonia incruenta. E poi l’idea di vivere qui per motivi fiscali. Mah… Scegliere un luogo per il denaro sembra una follia.

Qui la luce varrebbe la scelta. A me va di prenderla così, almeno stasera. Il Mediterraneo qui c’è, anche se un po’ diluito. Io sono un uomo più da Levante. Sono mattiniero. Guardo sempre a est.

Vino in pozzetto. Un pezzo di pane. Un’acciuga. La luce traversa. Parliamo di consapevolezza, di umiltà, dialogo col mare che interrompe quando un uomo accetta la sua sfida. Le uniche sfide vinte sono quelle non raccolte. Il mare lo annusa. Se le tiri su da terra ti dà una delle sue lezioni.

Parlarne serve? Mi trovo a chiedermelo sempre più spesso. Siamo in Portogallo per motivi diversi da tutti.
Dunque bene.