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Una scrittrice a bordo di Mediterranea. Dulce Maria Cardoso ha accettato il nostro invito a partecipare al programma di incontri culturali di Progetto Mediterranea a Lisbona. Nata in Portogallo, ha trascorso parte della sua infanzia in Angola. Il suo primo romanzo “Campo di sangue“ [Voland 2007], le è valso il prestigioso Grande Prémio Acontece. Da allora ha pubblicato diversi romanzi, l’ultimo dei quali “Il ritorno” (Voland/Feltrinelli 2013), è stato eletto libro dell’anno dai quotidiani “Público” ed “Expresso” e ha vinto l’English Pen Translate Award 2016 per la “straordinaria qualità letteraria”.

Se mi chiedessero di scegliere una parola per descrivere il XXI secolo – afferma l’autrice – sceglierei solitudine. Siamo sempre più soli, nonostante esistano sempre più modi di comunicare con gli altri. Siamo più soli perché assumiamo modelli di vita disumani. Siamo diventati troppo cinici, perciò quando parliamo d’amore fingiamo che sia una cosa piccola, di cui quasi ci si deve vergognare, mentre secondo me è la cosa più importante”. L’arte e la letteratura, che aiutano a comprendere meglio la realtà, sono utili per la memoria collettiva, secondo la scrittrice che ama Pessoa e Coetzeee che ancora fa i conti, da “retornada”, con i ricordi di un’infanzia felice in Angola dove oggi non tornerebbe più per il suo governo, per le ingiustizie, per la gente che muore ancora di fame. (Albatros Magazine.net)