(di Giuliana Rogano)

Indispensabile al navigatore è la conoscenza dei venti e delle correnti. Questo dai tempi dell’antichità, dei primi navigatori. Gli antichi erano grandi conoscitori dei venti, il cui favore o la cui ira venivano sollecitati e deprecati come quelli di divinità potenti e spesso venerate lungo le coste. 

Nel Mediterraneo Borea (vento del Nord) e il favorevole Zefiro (vento dell’Ovest), ricordati nell’Iliade, e Euro (vento dell’est) e il burrascoso Noto (vento del Sud), nominati nell’Odissea, erano variamente utilizzati o sfuggiti dai navigatori. Indispensabile era, ma indispensabile è ancora di più oggi che la tecnologia ci dà un grande aiuto, non solo la conoscenza dei venti ma anche lo studio e l’osservazione della meteorologia, delle previsioni e dei cambiamenti climatici che stanno caratterizzando gli ultimi decenni.

Il clima non è mai stato costante, questo sì, e nel corso delle ère geologiche si è sempre evoluto. A volte lentamente, a volte bruscamente. Oggi, anche solo riferendoci alla temperatura media dell’atmosfera misurata sulla superficie della terra, osserviamo una deriva nel valore delle misure, indice di un’evoluzione in atto. Ci troviamo di fronte ad una fenomenologia del clima in evoluzione, più veloce di quanto si fosse osservato sino al recente passato. Questo si deve tradurre in un atteggiamento di costante e massima attenzione da parte dei navigatori, senza lasciare mai nulla per scontato. Quello che è sempre stato vero fino a qualche anno fa oggi, forse, non lo è più.

Mediterranea, per esempio, ha navigato nei mesi di luglio e agosto 2014 nell’Egeo centrale, nell’arcipelago delle Cicladi, aspettandosi il famigerato Meltemi, vento da nord-est che soffia forte da fine giugno ai primi di settembre in questo mare, caratterizzando il clima delle stesse isole Cicladi, i profili delle loro coste e i porti naturali. E invece il Meltemi non è arrivato, o almeno non è stato così costante e intenso come suo solito. Le prime due settimane di luglio, mese in cui io sono stata al comando di Mediterranea, sono state caratterizzate, ad esempio, da venti del III quadrante che ci hanno costretto a trovare riparo lungo la costa nord orientale di alcune delle isole Cicladi, consentendoci tra l’altro di vedere posti difficilmente accessibili in quel periodo dell’anno. Ad ottobre invece, e fino ad oggi, tutto l’Egeo è stato caratterizzato da più o meno intensi venti del I quadrante e quindi possiamo dire che il Meltemi lo abbiamo visto, in realtà, in questi mesi navigando nell’Egeo settentrionale.

Saremmo dovuti partire il 28 settembre da Atene in direzione dell’Eubea e poi delle Sporadi. Abbiamo controllato le previsioni attraverso il servizio Sea-Conditions, prodotto del progetto di ricerca industriale “TESSA” (Sviluppo di TEcnologie per la Situational Sea Awareness), finanziato nell’ambito del Programma PON “Ricerca & Competitività 2007-2013″, realizzato con la collaborazione tra: CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici), IAMC (Istituto per l’Ambiente Marino e Costiero  del CNR) Links s.p.a.

Abbiamo visto che il giorno della prevista partenza e per i 4 giorni successivi ci sarebbe stato un forte vento da nord est di intensità variabile dai 25 ai 35 nodi, con onda formata. Ci siamo fidati delle previsioni di Sea-Conditions e abbiamo deciso di non partire, valutando nei giorni seguenti la convenienza a spostarsi oppure no. Il controllo delle previsioni, che noi per abitudine facciamo due volte al giorno, la sera e la mattina, ci ha portato alla decisione finale di restare ad Atene tutta la settimana ed aspettare la domenica successiva per partire.

Ad Atene, nel porto di Zea Marina la situazione invece era tranquilla e tutto portava a dire che ci fosse “un buon tempo”. Abbiamo dovuto spiegare all’equipaggio a bordo, che si era imbarcato pensando di navigare, che il rispetto del mare e del vento e la prudenza non sono mai troppi e che la maggior parte degli incidenti che avvengono per mare sono dovuti alla noncuranza di quanto dicono le previsioni meteo, per mancanza di fiducia o per superficialità. Noi non siamo così.

Qualche settimana fa poi a Thassos,un marinaio del posto ci ha raccontato che nei primi giorni di ottobre (nei giorni in cui quindi noi siamo rimasti in porto ad Atene) ci sono stati grossi problemi con un paio di barche a vela che trovatesi in mare con forte vento e onda formata non riuscivano nemmeno ad entrare in porto e alla fine hanno chiesto soccorso. Io allora ho domandato a Simone (al momento al comando di Mediterranea sulla rotta Atene-Istanbul n.d.r.) con un po’ di finta ingenuità: “Ma come mai erano in mare? Non avevano guardato le previsioni meteo?”