18 il caronte di Zadar

Croazia, Zara – Il Porto (31 ago 2013)

 

 Dal blog di Simone Perotti del 31 agosto 2013.

 

 

Remi e Sorrisi.

“Non so che viso avesse, e neppure come si chiamava. L’ho seguito già all’arrivo, mentre doppiavo il capo di molo del porto. Poi l’ho cercato stamattina, eccolo là, ancora, lento come un rematore stanco, regolare come l’accelerato delle sei. Ma ero lontano. Di quest’uomo ho visto solo la storia, il lento anda e rianda da un capo all’altro. Remi contro onda di traghetto, remi contro motori. Braccia per vivere.

Quando ho allargato la visuale, ho visto la signora. E’ arrivata, si è seduta sulla panchina, la borsetta sulle gambe, un vestitino dignitoso, come quello delle nonne anni Settanta. Ha atteso. Lui mi è parso accelerare appena il ritmo del remo, forse ergersi impercettibilmente sul tronco, darsi un tono. Chissà quante volte l’ha portata da un capo all’altro. Fin da fanciulli magari, lei col vestitino pulito della festa, lui giovanotto aitante, canottiera e muscoli destinati a sperare.

 Goran, mi viene da chiamarlo così, si guadagna da vivere portando la gente di là. Per dove, non si sa. A piedi dovrebbero fare un giro lungo, fino al ponte, poi di qua, chissà quanto ci vuole. Il suo ufficio è la barca arancione, la sua materia prima sono le braccia, il suo mercato è uno stretto braccio di mare. Lavoro, fatica, dignità, i cespiti del Mediterraneo. Mi sono sforzato di ricordare il suo volto mentre Mediterranea entrava nel porto di Zara. Mi è tornato in mente che ero al timone, e ho quasi alzato il braccio per salutarlo, e poi non l’ho fatto. Ho pensato: per rispondermi dovrebbe togliere una mano dai remi.

Goran va. Su e giù, come una quieta risacca. Attenderà sempre il momento propizio per attraversare, sfilando i grandi traghetti della Jadrolinija, le barche a vela cariche di vacanzieri. Col suo occhio stretto, col suo cuore lento, darà i suoi corti colpi di remo, senza mai far uscire la pala dall’acqua. Gli daranno una moneta, lui farà un cenno di saluto. Solo alla signora farà un sorriso. L’ha portata per una vita, avanti e indietro, ma lei è sempre lì. Forse va e viene senza motivo. Solo per lui. Ecco perché, anche lei, sorride.

Mediterranea era ferma nel porto di Zara 44° 7.116 N – 15° 13.665 E, a riposo, in attesa, il 31 agosto 2013. A bordo si osservava e immaginava.

Ancora più emozionante è stato quando la mattina dopo in un commento al post sul blog si leggeva così :

Ciao, sono Hrvoje, un attivista di Greenpeace di Zara. L’uomo nella barca rossa è mio padre!!! Ho notato la tua barca Mediterranea nel porto. Ho cercato su google il suo nome e ho trovato questo blog dove, con grande sorpresa, ho riconosciuto mio padre. Se ho ben capito la scrittura in italiano, il tuo brano sembra una meravigliosa poesia! Ma il suo nome non è Goran, è Mirò. Era un manager della Karlovacko (ndr : birra croata tra le più note), fino all’anno della fine della Jugoslavia. Lasciò l’azienda quando era ancora abbastanza giovane, a 45 anni, per salire a bordo di “Persistence”, uno sloop di legno, e fare un viaggio intorno al mondo con due amici e me. Ora è vecchio ma felice e trascorre una vita tranquilla tra le banche della marina di Zara. Non ha bisogno di trasportare le persone da un molo all’altro del porto di Zara per guadagnarsi da vivere, lo fa per puro piacere, per incontrare gente e forse per correre verso Mihaela, la donna che tu hai menzionato. Ogni giorno. Credo che lui sia innamorato di lei. Tutto qui! Spero di incontrarti ancora in Croazia e seguirti nel tuo viaggio nel Mediterraneo il prossimo anno.

Solo un momento … potrebbe il commento essere un fake? Sono realmente Hrvoje? L’uomo sulla barca rossa è realmente mio padre? Non siamo tutti all’interno di una storia? Remi e sorrisi ….

Anche questo è Mediterraneo.