16 pleiadi

Croazia, Vis – Il Faro di Stoncica (19 ago 2013)

 Mediterranea è qui, a Vis 43° 4.271 N – 16° 14.545 E, il 19 agosto 2013, ferma in rada, ancora a prua e cime a poppa, il faro di Stoncica illumina lo specchio d’acqua avanti a noi, la luna quasi piena illumina il cielo, le ore passano, a bordo si parla, ci si racconta, la luna scompare all’orizzonte, ora è un po’ più buio in cielo e attorno a noi, le stelle si vedono meglio, sono tante, tantissime, iniziamo a contarle, impossibile, naso all’insù, occhi al cielo prima a destra poi a sinistra, iniziamo a riconoscerle, a dare i nomi alle costellazioni, questo si, si può fare è più facile per noi, aspettiamo, si fa tardi, eccole! così, all’improvviso, quando tutti o quasi sono già a dormire loro spuntano, così, all’improvviso, le vedi e non le vedi, fai fatica ma sai che sono loro, inconfondibili, brillano, se ne stanno in disparte, per i fatti loro, non occupano molto spazio, stringi gli occhi per vederle meglio, sono loro? si. non ti puoi sbagliare … le Pleiadi! un piccolo gruppo di stelle offuscate da un leggero velo, una nebulosa che sembra avvolgerle, ne individui 5 o forse 6 o forse 7 di stelle ma con un binocolo la visione diventa spettacolare, il campo visivo viene riempito da centinaia di luminosissime stelle.

 Giulio Cesare aveva fatto cominciare il suo calendario dal giorno della “levata eliaca”, la prima comparsa nel cielo del mattino, prima del sorgere del Sole, delle Pleiadi.

Per osservarle in orari comodi, in prima serata, bisogna aspettare ottobre, quando la costellazione del Toro, di cui fanno parte, sorge poco dopo il tramonto verso est, e così visibili per tutto l’inverno.

Ma d’estate no, arrivano tardi, le devi aspettare, per vederle devi andare a dormire tardi, molto tardi e Mediterranea spesso ha fatto tardi per vedere le Pleiadi.

La parola Pleiadi secondo la tradizione classica significa “colombe” perché si narra che Zeus trasformò sette sorelle in colombe e le posizionò in cielo, ma secondo un’altra versione deriverebbe dal greco “plein”, navigare, perché considerate le stelle dei naviganti, grazie alle quali stabilivano l’inizio della stagione propizia per solcare i mari.

Le Pleiadi sono un “ammasso aperto”, un gruppo di stelle nate insieme da una nube molecolare gigante e ancora unite dalla reciproca attrazione gravitazionale. Gli ammassi aperti sono oggetti giovani, astronomicamente parlando, e contengono quindi molte stelle calde e luminose.

Le Pleiadi sono il numero 45 del catalogo stilato dall’astronomo francese Charles Messier, M45 appunto.

Nella Smorfia il numero 45 è il vino …. e non puoi rimanere sobrio quando guardi le Pleiadi.

 

Mentre io parlo, precipita nelle verdi acque

lo Scorpione temibile per la punta della sua coda eretta.

Quando sarà trascorsa la notte, e il cielo comincerà appena a coprirsi

di rosso, e s’udrà il lamento degli uccelli aspersi di rugiada,

e il viandante che ha vegliato la notte deporrà la torcia

semibruciata, e il contadino tornerà al consueto lavoro,

le Pleiadi, che si dicono sette ma in realtà sono sei,

cominceranno ad alleggerire il peso sulle spalle paterne.

O perché sei di esse vennero all’amplesso con gli dei

(si dice infatti che Sterope abbia giaciuto con Marte,

Alcione e te, bella Celeno, con Nettuno,

Maia ed Elettra e Taigete con Giove), e invece la settima,

Merope, si sia congiunta con te, o Sisifo, un mortale,

e ne provò pentimento, e sola per pudore di ciò si nasconde;

oppure perché Elettra non sopportò la vista

della rovina di Troia e si coprì gli occhi con le mani.

Ovidio, i Fasti (IV, 163-178), I sec. a.C.