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Cari tutti, chiunque voi siate, dovunque abbiate rivolta la vostra prua… 

Il 2014 sta arrivando, e sarà l’anno di Mediterranea. L’anno in cui la vareremo, la proveremo, l’anno in cui faremo i corsi a bordo per i comandanti che si alterneranno al suo comando, l’anno in cui salperemo per poi riportarla in Italia dopo almeno 5 anni. Sarà l’anno di chi ha pensato, sperato, lavorato per questo, e sarà l’anno vostro, di voi che vi siete avvicinati a questa spedizione, a comporre il gruppo che la realizzerà.

A gennaio spiegheremo a tutti l’idea del nostro grande equipaggio, un gruppo allargato di persone che non farà solo un viaggio, ma una lunga e ricca esperienza di scoperta, di conoscenza, di vita. Andremo lontano, e in certi giorni, su un molo sperduto del Mar Neo, o ad Aquaba, sul Mar Rosso giordano, o ai confini settentrionali del Marocco, o semplicemente sulla costa dello Ionio, ci parrà di essere ancora oltre, talmente lontani che sembrerà assurdo essere arrivati fin lì e assurdo, soprattutto, pensare di ritornare. Accadrà perché il Mediterraneo è il luogo di ogni altrove, che è condizione interiore, non geografica, e si naviga all’interno di sé. Mediterranea, infatti, è una barca che trasporta emozioni e sogni, che vanno molto, molto più lontano dei corpi.

A gennaio porremo le basi dell’organizzazione, di come funzionerà il viaggio, di come parteciperemo, di come ci divideremo compiti e incombenze. Nel frattempo Mediterranea si sta leccando le ferite, e a febbraio sarà di nuovo in mare.

Ma una barca non naviga solo quando salpa. Il suo viaggio non è fatto solo di miglia, e i suoi marinai, quando mollano le cime, sono già partiti da tempo. La cosa migliore di un anno è iniziarlo con un bel progetto da realizzare. Una barca, ad esempio, e una rotta che è già iniziata prima ancora di andare.

Buon anno a tutti.