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(di Francesca R. Piro)

Il Mediterraneo come modello. Il Mediterraneo, scheletro portante di una nuova civiltà. Il Mediterraneo, culla di un nuovo Rinascimento. Ci siamo nati dentro, ci siamo cresciuti. Lo abbiamo letto, studiato, le pagine della nostra letteratura ne sono impregnate. Non potevamo non vedere, non ascoltare le voci che dalle sponde, dall’altra sponda, quella a sud, richiamavano la nostra attenzione. Abbiamo deciso di farlo, di partire.

Simone Perotti, scrittore-marinaio, ideatore del Progetto Mediterranea, portava nell’animo questo disegno da sempre, sin dai primi momenti in cui ancora ragazzino metteva piede sulle barche a vela e questo desiderio, nell’esercizio della scrittura e nello studio costante dei testi e dei documenti che lo hanno portato alla pubblicazione di numerosi romanzi e saggi, è sempre rimasto lì, in un angolo della mente, in attesa.

E come qualche volta accade, quel desiderio si è realizzato. Progetto Mediterranea, la spedizione nautica, culturale e scientifica, ha preso il largo dalla costa adriatica nel maggio del 2014 e da allora naviga per lunghi periodi ogni anno e ha coperto migliaia di miglia, dall’Italia alla Grecia alla Turchia al mar Nero, alle coste di Libano e Israele, e poi Cipro e di nuovo la Grecia, l’Europa di Francia e Spagna, e poi l’Atlantico della Rocca di Gibilterra e delle coste del Portogallo, fino nel Tago di Lisbona, tappa conclusiva della rotta 2018. Il lungo viaggio di Mediterranea terminerà a Genova il 12 ottobre 2019, dopo aver percorso le ultime miglia nel mare che bagna il Maghreb e dopo aver risalito l’Italia tirrenica, toccando le principali città costiere.

Si naviga per capire, conoscere, incontrare, scoprire. Anni di navigazione, mesi e mesi a incrociare lungo le coste del Mediterraneo ci hanno portato a comprendere con maggior forza quanto complessa, variegata e intricata sia la trama che compone l’identità mediterranea. E proprio in virtù di questa comprensione, ci siamo fatti sostenitori dell’idea di un Mediterraneo unito, di un popolo unico, senza confini, che si riconosce nella sola radice culturale, quella mediterranea, dalla quale prendiamo origine, nelle differenze che ci uniscono, nelle diversità che ci attraggono. Mediterraneo, isola d’acqua circondata da terra, questo è il nostro campo d’azione. Ci muoviamo convinti che il riconoscimento della nostra natura fallace e a rischio d’inciampo sia invece motivo di crescita e di arricchimento. Smettere di essere seguaci di un’idea sovrastante, ma finalmente attori sul palcoscenico delle nostre vite e del nostro mare.

Il viaggio di Mediterranea ci ha portato a incontrare le grandi menti del Mediterraneo, i filosofi, gli scrittori, lì dove il pensiero dell’uomo esce dalla traccia della dominazione intellettuale, deciso a scavare il solco di una diversa visione della società, della comunità dei popoli, dell’umanità.

L’essere insieme, a bordo di Mediterranea, nel condividere valori e opinioni, nel lavorìo continuo delle nostre mani e del nostro pensiero, non ci ha impedito battute d’arresto, riflessioni dolorose, contrasti interiori, quasi a riconfermare maggiormente il valore della nostra azione. Siamo partiti perché era necessario farlo, perché il Mediterraneo esiste e non è il nostro abisso. Siamo partiti perché nessuno di noi si trovasse un giorno a dire: “volevo andare, non sono andato”. Siamo partiti, perché tentare è sempre meglio che non provarci affatto.

[questo articolo è stato pubblicato sul numero di Marzo 2019 della rivista “Mediterraneo e dintorni” periodico mensile di cultura, turismo, arte, eventi, società, edito da Mediano, dir. respo. Fabio Lagonia – Catanzaro. Leggi l’articolo su Mediterraneo e dintorni ]