11 san nicola

Grecia, Itaca – Baia di Akra Mavrounas

Mediterranea era qui il 4 giugno 2013 alle 14:16 nella baia di Akra Mavrounas ad Itaka 38°27.273 N – 20° 40.947 E.

Scendiamo a terra a fare una passeggiata e ad un simpatico signore che incontriamo lungo il percorso chiediamo il perché di una chiesetta lì sulla spiaggia.

È la chiesa di san Nicola ci risponde, qui si fermò la barca che trasportava le spoglie del santo.

Nel Mediterraneo capita spesso di incontrare lungo la navigazione una chiesa dedicata a san Nicola.

 

Patrono di Bari, protettore della flotta veneziana la Serenissima, protettore di tutti marinai e protettore dei bambini.

Le sue spoglie furono trasportate, da una spedizione barese di 62 marinai, da Myra, nell’attuale Turchia, a Bari in Puglia. San Nicola divenne così il patrono della città pugliese.

I Veneziani, trovando alcuni resti ossei che i baresi non avevano prelevato, li presero e trasportarono nell’abbazia di San Nicolò del Lido. E in questa occasione che San Nicola venne da loro proclamato protettore della flotta veneziana la “Serenissima”.

Una leggenda, o forse un miracolo, racconta che Nicola, divenuto vescovo di Myra, resuscitò tre bambini che un macellaio aveva ucciso e messo sotto sale per venderne la carne. Per questo è famoso anche come protettore dei bambini.

Più noto, rispetto a questi episodi, è il legame del santo vescovo con i marinai. Si racconta, infatti, che salvò dei marinai ai quali apparve nel bel mezzo di una tempesta. Egli fu invocato a protezione e al suo apparire si placò l’uragano che li aveva colti. Oltre il prodigio, la preoccupazione del vescovo in questo episodio era duplice; egli infatti attendeva da quei marinai un carico di provviste da distribuire ai suoi fedeli. Anche qui accadde il miracolo, nonostante la burrasca, la merce fu tutta salva.

Nicola fu, fin da ragazzo, un uomo molto generoso. Regalava la sua ricchezza, eredidata dai genitori morti prematuramente di peste, ai bambini poveri, portava cibo e denaro nelle loro case attraverso le finestre o i camini. Nicola fu il primo portatore di doni.

La leggenda più famosa sulla vita del santo racconta di un padre che, trovatosi in difficoltà economiche, decide di far prostituire le tre figlie. Nicola, per aiutare la famiglia, per due notti consecutive gettò dentro la finestra del loro castello due sacchi piene di monete d’oro. La terza notte trovando chiuse tutte le finestre fu costretto ad arrampicarsi sul tetto per calare il terzo sacco di monete giù dal comignolo. L’oro, cadendo, si infilò nelle calze delle ragazze, appese ad asciugare vicino al camino.

Ed è così che arriva Santa Claus meglio conosciuto come Babbo Natale.

San Nicola, è infatti famoso tra i bambini ma anche gli adulti, come l’arzillo vecchietto, allegro e paffutello, che porta doni in tutto il mondo, scendendo dai comignoli dei camini, in determinate notti dell’anno.

Non in tutti i paesi, infatti, lo scambio dei doni avviene il giorno di Natale. In Grecia per esempio le festività natalizie vengono introdotte dalla festa di San Nicola il 6 dicembre, giorno della morte del santo, e si distribuiscono i regali il 1 gennaio, non essendoci alcun legame tra Babbo Natale e la nascita di Gesù.

E ora siete grandi abbastanza per sapere una cosa … proprio come Babbo Natale forse anche san Nicola non esiste.