Nel Mese di giugno, durante la sosta di Mediterranea nella città di Alghero, prevista nella rotta 2018, l’equipaggio di Mediterranea – in comando Francesco Nacinovich – ha incontrato il musicista Paolo Fresu e lo ha invitato a bordo. La conversazione è tutta nel video. Ascoltatela, più che vedere il video, perché le parole di un Artista non hanno bisogno di filtri.

(…) perché l’altra sponda prima o poi arriva anche per te. Il Mediterraneo significa umanità, significa storia, conoscenza, scoperta, musica. Significa lingua. Qui siamo ad Alghero, si parla il catalano antico. (…) Nel concetto di condivisione c’è una saggezza, che vissuta insieme diventa un modo di vivere, una filosofia, un modello. (…) Riuscire a sviluppare la coscienza di un Mediterraneo condiviso signficherebbe superare le barriere che stiamo vivendo. (…) Per me il jazz è uno, uno soltanto, come il Mediterraneo. In questo momento di grandi difficoltà, l’Arte cammina e cammina di più, perché ha un modo di comunicare duretto, non ha barriere, non ne ha mai riconosciute. L’Arte arriva prima perché parla in modo potente, fa paura all’establishment, fa paura a quelli che credono di avere il potere, perché entra prepotentemente nel cuore e nelle menti delle persone. (…). La Musica è un deterrente delle divisioni, perché va oltre tutto: oltre le religioni, i tabù, la politica, l’economia. E viaggia, come la vostra barca, con lentezza o con una velocità incredibile. (…) Penso che sia necessario che gli intellettuali si espongano, perché bisogna avere il coraggio di essere contro. Una società è fatta di tanti, ma la persona nota, che ha un seguito, ha la responsabilità di esprimere un’idea. Un’idea che a volte è molto complessa e comporta delle conseguenze. Basti pensare alla gogna dei social. Io ne ho vissuta una mesi fa, esprimendomi sullo ius  soli. Migliaia di insulti. È un momento molto difficile, però va fatto e serve una grande forza. (…) [Paolo Fresu, a bordo di Mediterranea, giugno 2018]