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Grecia, Oiniades – Sito archeologico

Nella zona della foce del fiume Acheloos, nella fertile pianura del fiume di Messolonghi e vicino al villaggio di Katochi, nella Grecia occidentale, si trova il sito archeologico di Oiniades 38° 24.340 N – 21° 11.935 E. La città è situata su una collina ora coperta da querce imponenti e il paesaggio è significativamente diverso da quello che era nell’antichità quando la città era un importante porto. Grande differenza la fa il mare che nell’antichità arrivava fin qui e ora invece è parecchio distante. E’ dalla cima della collina, infatti, che si può ammirare la costa e il mare.

 

La zona è conosciuta localmente come Trikardokastro a causa della fortificazione dell’antica acropoli, di cui una torre del V° secolo a.C. sopravvive ancora. Tuttavia gli scavi hanno portato alla luce i resti di un antico porto e elementi di costruzione di un cantiere navale, oltre che edifici, agorà, bagni pubblici e un teatro del IV secolo a.C., i quali rendono il sito meritevole di una visita.

E sono proprio i resti del cantiere navale che incuriosiscono l’equipaggio di Mediterranea che, approfittando della perturbazione in arrivo, decide di fare visita al sito, il 22 maggio 2013, mentre Mediterranea resta ben salda al suo ormeggio nel porto di Messolonghi 38° 21.670 N – 21° 25.065 E e le nuvole appaiono all’orizzonte.

Il complesso del cantiere navale si trova nella parte sud-occidentale dell’antica area portuale. Questa è una grande costruzione rettangolare intagliata nella roccia, utilizzata per riparare e portare in acqua le navi. I viaggiatori del IXX secolo d.C. avevano notato il monumento ma fu Powell che per primo scavò qui nel 1900. Lo scavo è stato ripreso nel 1992 dal servizio archeologico greco e le strutture del cantiere sono state pienamente rivelate nel 1995.

La struttura del complesso aveva una forma rettangolare di 41×47 metri. Il suo lato orientale era quasi interamente verticale e scavato nella roccia (11m di altezza) e quelli settentrionali e meridionali erano in parte intagliati e in parte costruiti con muratura poligonale. Il quarto lato rivolto a ovest, verso il mare, era costruito con blocchi di calcare per la creazione di un ingresso con più aperture che facevano da facciata dell’intero monumento.

Undici semi-pilastri alti 7 metri erano scolpiti nella roccia del lato orientale creando dodici nicchie. I pilastri formavano il colonnato che sosteneva la copertura e delimitavano le rampe in cui le navi erano posizionate per essere portate in acqua. L’edificio era composto da sei rampe con pavimento inclinato verso il mare. Il complesso del cantiere navale era coperto da un tetto ondulato sostenuto da cinque portici di 17 colonne ciascuna e dalle pareti laterali della struttura.

Il monumento risale al IV secolo a.C. e molte delle sue caratteristiche architettoniche sono simili a quelle dei capannoni del cantiere navale di Zea, nel Pireo. Il suo utilizzo cessò dopo il III secolo a.C.. Un po’ più tardi la rampa nord fu pulita di tutti i detriti che si erano accumulati lì e fu murata con materiale dall’edificio crollato per essere riutilizzata sia come ancoraggio sia come spazio per riparazione di piccole imbarcazioni.

Anche e soprattutto questo è il Mediterraneo.