SOS MEDITERRANEE è un’organizzazione umanitaria europea interamente finanziata dalla popolazione solidale a livello globale e dall’appoggio della società civile, attiva nel Mediterraneo, con la nave di soccorso Aquarius, da febbraio 2016. Da allora, con le operazioni di soccorso sono state salvate 19.325 persone in condizioni disperate ed accolte a bordo altre 8.421 per un totale di 27.746 (dal sito web di SOS MEDITERRANEE)

Progetto Mediterranea ha avuto l’eccezionale occasione di portare l’equipaggio di Mediterranea a bordo di Aquarius, in sosta tecnica nel porto marsigliese de La Joliette, nel corso dello svolgimento del proprio programma culturale realizzato a Marsiglia nel luglio 2018. 

Simone Perotti, nel corso della visita a bordo di Aquarius, ha pubblicato, sulla propria pagina Facebook, quanto segue:

“Qualche appunto mentre si svolge la visita. Non lo correggo. Lo pubblico così….

La mortalità nel Mediterraneo è tornata la più alta dai tempi di Mare Nostrum. Una persona ogni 7-10 (a seconda delle fonti).

A bordo marittimi, personale di SOS Mediterranee, personale di Medici senza Frontiere. Totale 35 persone.

Salvare, proteggere i naufraghi e testimoniare. Questi sono i nostri obiettivi.

Abbiamo avuto fino a 1072 persone soccorse a bordo sulla nave nello stesso momento.

Quando sentiamo che hanno odore di carburante adosso li facciamo lavare bene per evitare ustioni, poiché acqua di mare e gasolio provocano ustioni chimiche.

Portiamo a bordo i naufraghi esortandoli a salire da soli per la scaletta se possono, altrimenti abbiamo tre sistemi di paranchi a seconda delle condizioni delle persone.

Molti di loro sanno che il Mediterraneo è un fiume. “Ci hanno detto che in tre o quattro ore siamo in salvo”.

Noi non costiamo un euro all’Italia quando operiamo in zona SAR. Una nave della Guardia Costiera o della Marina costa tantissimo. Dovremmo essere cercati, non respinti.

Per quel che ne sappiamo noi, da Sea Watch a Open Arms, operiamo insieme, è tutta gente come noi, l’obiettivo è comune, uno solo, salvare vite, e ci coordiniamo per farlo.

Quando il soccorso riguarda un gommone normale senza particolari complessità, dura un paio d’ore. Altrimenti anche 36 ore.

In quel container rosso mettiamo le vittime. In sacchi mortuari. Un momento terribile per noi.

I gommoni su cui prendono il mare i migranti sono di un materiale fatto di niente, non ci mettereste sopra neanche un animale in un metro d’acqua. Sono omologati per 30 persone, li vendono su AliBabà come ‘gommoni da lago’ o direttamente come ‘gommoni per migranti’. Ormai sono un prodotto. Li fabbricano i cinesi. Dentro hanno solo pannelli di compensato o truciolato imbullonati con prigionieri a vista che fanno ferite dovunque. Dopo qualche ora, carichi fino a 110 persone, i gommoni implodono si stringono all’interno. La gente affoga all’interno del gommone. Si soffocano a vicenda. Troviamo segni di morsi sulla pelle…

Qui c’e’ l’ostetrica. Visita donne che nella maggioranza hanno subito violenza sessuale. Ma qui sono nati anche sette bambini, figli di Aquarius. I bambini nati in acque territoriali di un Paese che prevede lo ius soli sono di nazionalità di quel Paese. Altrimenti, se in acque internazionali, prendono la nazionalità della bandiera d’armamento. In questo caso Gibilterra.

Questo è il reparto. Qui possono stare i malati gravi o quelli con malattie infettive.

Questa nave e il suo equipaggio hanno salvato e assistito quasi 30.000 persone in difficoltà da febbraio 2016. Aquarius è l’unica nave che ha navigato ininterrottamente, salvo i momenti di bunkeraggio.

SOS Mediterranée vive con finanziamenti per il 90% provenienti da privati, la maggior parte dei quali persone singole. Il resto viene dal Comune di Parigi, da fondazioni bancarie e altri soggetti privati. Non abbiamo alcun finanziamento pubblico statale o sovranazionale.

La nave è di una società armatrice tedesca e noi l’affittiamo. Farla navigare ci costa 11mila euro al giorno. Meno della norma, ma certamente molto denaro. Abbiamo costantemente bisogno di aiuto”.